06 gennaio 2020, testo: Hansjörg Ryser, foto: Helvetia
Potete prelevare l’avere di vecchiaia dalla cassa pensione come rendita o come capitale. Tenete d’occhio la vostra pianificazione: per molte casse pensioni vi è un termine di tre anni per l’avviso del prelievo di capitale. Questo termine deve essere rispettato anche nel caso di un pensionamento anticipato. Occupatevi quindi con sufficiente anticipo del tema e prendete una decisione ponderata.
Le seguenti situazioni fanno propendere per una rendita:
L’aliquota di conversione concessa una volta rimane garantita fino alla fine. Chi ad esempio va in pensione a 65 anni, con un’aliquota di conversione del sei percento da 82 anni riceve più di quanto ha originariamente risparmiato. L’aspettativa media di vita è di oltre 84 anni. La rendita deve però essere tassata come reddito.
La quantità di avere di vecchiaia che si può percepire dipende dalla relativa cassa pensione. Per legge deve essere possibile percepire almeno il 25 percento. Chi ha effettuato riscatti non può prelevarli in forma di capitale nei tre anni successivi per motivi fiscali.
Al contrario della rendita, il prelievo di capitale genera maggiore flessibilità finanziaria. Inoltre i superstiti possono essere considerati eredi in questa variante. Il patrimonio deve però essere gestito in prima persona, il che può diventare un onere a seconda della situazione di borsa o con l’andare dell’età.
Nel caso di prelievo di capitale è dovuta prima un’imposta sul capitale a parte. Successivamente l’avere viene tassato come patrimonio e gli interessi attivi sugli investimenti effettuati come reddito. La pura riduzione di capitale è tuttavia esente da imposte. Prelievi di capitale dalla cassa pensione vengono tassati come versamenti dal pilastro 3a. Per questo non dovrebbero essere prelevati entrambi nello stesso anno. In questo modo si evita una progressione fiscale.
La possibilità di prelievo di capitale viene anche utilizzata per estinguere l’ipoteca. In questo caso si deve fare però attenzione al fatto che un aumento successivo, ad esempio per la ristrutturazione o per il riattamento, con l’aumento dell’età è possibile solo parzialmente. Inoltre un tale ammortamento limita il patrimonio liberamente disponibile. Una restituzione supplementare è quindi da prendere in considerazione solo con interessi ipotecari tendenzialmente più elevati. Se l’interesse ipotecario è però inferiore al valore locativo netto imponibile della propria abitazione, la differenza viene tassata come reddito.
Eventualmente la via di mezzo con un prelievo parziale è la variante giusta. Non c’è una risposta univoca alla domanda rendita o capitale, che dipende dalle esigenze e possibilità individuali. Con il supporto di un consulente competente la pianificazione dovrebbe però essere affrontata per tempo.