9 ottobre 2018, testo: Employer Branding, foto: Helvetia
Mi chiamo Alessandra Albisetti Szalay e sono approdata all’Helvetia dopo aver concluso un corso di specializzazione in qualità di specialista in relazioni pubbliche. Tale risultato è stato pubblicato su una rivista e poco tempo dopo sono stata contattata dal mio futuro superiore che voleva offrirmi un posto nel reparto che allora si chiamava Public Relations. Il tutto è accaduto 25 anni fa. Quando poi, dopo alcuni anni, tale reparto è stato suddiviso in Communications e Investor Relations, sono passata a quest’ultimo reparto, avendo già lavorato a progetti di carattere prevalentemente finanziario.Lavoro a tempo parziale e soprattutto dedicandomi a progetti specifici. L’organizzazione dell’Assemblea generale della holding e la stesura del rapporto di gestione e dei nuovi opuscoli aziendali sono gli aspetti più stimolanti del mio lavoro. A seconda della situazione offro inoltre il mio supporto contribuendo alla realizzazione di determinati progetti all’interno del mio reparto.
Come si intuisce dalla sua denominazione, intessiamo relazioni durature e all’insegna della fiducia con gli investitori e gli analisti finanziari. L’obiettivo è far sì che l’evoluzione positiva di queste relazioni possa ripercuotersi favorevolmente sull’andamento delle azioni comportando dei vantaggi a favore del nostro azionariato.
&Vai comporta procedure e strutture più snelle, rapide e semplici, nel mio lavoro procedo in modo spedito, senza ostacoli o difficoltà. Le nuove, imponenti dimensioni della nostra azienda purtroppo rallentano talvolta le procedure, che spero vivamente possano essere nuovamente snellite. Perché, tra le altre cose, apprezzo l’Helvetia come datore di lavoro proprio per la sua semplicità.
Con la digitalizzazione in atto che interessa anche il nostro reparto, dobbiamo poter garantire semplicità e chiarezza, aspirando a migliorare con scrupolosità per poter continuare ad essere competitivi. In futuro non possiamo più permetterci di aspettare che qualcuno ci dia il via, ma dovremmo saper decidere con coraggio e in totale autonomia, assumendo un ruolo pionieristico all’interno del settore.
Sì certo, e nel mio caso persino molto bene. I miei superiori hanno sempre dimostrato nei miei confronti un elevato grado di comprensione e fiducia, che ho io ho contraccambiato con grande flessibilità. Questo significa che durante le fasi di lavoro più intense, soprattutto in primavera, ho sempre lavorato al 100%, garantendo la mia presenza in ufficio quando ce n’è stato bisogno, a vantaggio di entrambe le parti in causa. Dopo la nascita dei miei due figli di 18 e 16 anni, ho ridotto il mio onere lavorativo passando al 50%. Nel frattempo lavoro di nuovo al 70%. I miei superiori hanno, fortunatamente, sempre sostenuto le mie scelte. Apprezzo molto questa flessibilità e indipendenza di cui sono particolarmente grata.
L’Helvetia si è resa conto che in genere la percentuale delle collaboratrici è leggermente inferiore a quella dei collaboratori maschi, e non solo per quel che concerne le posizioni dirigenziali. A quanto sappia l’argomento è attualmente in fase di discussione. Al momento vedo notevoli sforzi da parte dell’Helvetia volti a promuovere l’impegno a favore delle donne. Credo quindi che siamo sulla buona strada.
Nulla, a dire il vero. Sin dall’inizio mi sono sentita molto a mio agio e ben inserita. Per l’Helvetia affronterei qualsiasi ostacolo. Questa mia totale dedizione deriva anche dal fatto che a sua volta l’Helvetia è stata sempre molto generosa con me. Negli scorsi 25 anni non ho mai pensato di cambiare datore di lavoro, il che comunque non significa che l’Helvetia sia perfetta.