Per il Vallese, data la particolare conformazione del territorio e la relativa densità di utilizzo, il ruolo protettivo svolto dal bosco è fondamentale. «La funzione esercitata dai boschi è importante sia per gli insediamenti abitativi che per le nostre vie di comunicazione, quindi non ne trae vantaggio solo la popolazione locale», ha sottolineato Jacques Melly, consigliere di Stato e capo del Dipartimento della mobilità, del territorio e dell'ambiente.
Nel Vallese, l'87% dei boschi è considerato «di protezione» perché potenzialmente in grado di salvaguardare il territorio dai pericoli naturali. Ma in realtà solo un bosco adatto al sito, stratificato, vitale e ben strutturato può garantire l'auspicato effetto protettivo. Pericolo di caduta massi e valanghePer le aree «Salins», «Le Sé» e «La Garde» la caduta di massi rappresenta la minaccia più grave. Le alternative «tecniche» al bosco di protezione, come le reti parafrane, comportano costi più ingenti; basti pensare che g
li interventi di manutenzione periodici grazie ai quali il bosco conserva la capacità di svolgere il proprio ruolo protettivo sono da 15 a 30 volte meno onerosi rispetto ad altri tipi di provvedimenti. Rinnovazione naturale«Soprattutto nelle regioni di montagna, la rinnovazione di molti boschi di protezione si estende per un arco di tempo lunghissimo a causa del breve periodo di vegetazione», spiega Olivier Guex, capo dell'Ufficio addetto alla tutela dei boschi, dei corsi d'acqua e del paesaggio del Cantone del Vallese. Spesso i giovani alberi sono molto fragili e delicati e occorrono decenni prima che possano svolgere un'efficace funzione protettiva. Inoltre, durante la pianificazione degli interventi per realizzare o salvaguardare un bosco di protezione bisogna tenere conto anche della naturale evoluzione dell'ecosistema, che comprende fasi di trasformazione dovute a eventi distruttivi e all'invecchiamento. Gli interventi di piantumazione integrano la rinnovazione naturale, contribuendo in misura significativa allo sviluppo di un bosco di protezione ricco di biodiversità e stratificato. Solo mantenendo un processo di rinnovazione costante è possibile garantire la funzione protettiva del bosco a prescindere dai potenziali pericoli (ad es. le tempeste).
Cerimonia di piantumazioneIl primo alberello nel bosco presso Veysonnaz è stato messo a dimora da Jacques Melly, affiancato dall'ambasciatore del bosco di protezione dell'Helvetia e campione di sci di fondo Dario Cologna. Anche Jean-René Fournier, membro del Consiglio degli Stati e del Consiglio di amministrazione dell'Helvetia, Reto Keller, responsabile Previdenza privata Svizzera e membro della Direzione del Gruppo Helvetia, Jean-Maurice Favre, agente generale dell'Helvetia (Vallese Centrale), Olivier Guex, Christian Pernstich, capo della sezione Boschi del Vallese centrale e lo sciatore Daniel Yule hanno partecipato attivamente alla piantumazione dei primi alberi.
Anche l'Helvetia trae vantaggi dagli interventi degli addetti alla cura del patrimonio boschivo. «Con il loro lavoro, tutelano la popolazione svizzera dai sinistri provocati dagli eventi naturali e dalle relative conseguenze», spiega Reto Keller. La donazione di 10 000 alberi al Cantone del Vallese è espressione dell'impegno a favore dei boschi di protezione che l'azienda porta avanti da sette anni. Nell'ambito dei 12 progetti precedenti realizzati in Svizzera, l'Helvetia ha già donato 120 000 alberi: un contributo concreto che consente di prevenire danni e incidenti in maniera sostenibile e sul lungo periodo.
Risvegliare la passione dei giovani nei confronti dei boschi di protezioneSaranno soprattutto le generazioni future a trarre beneficio dai boschi di protezione, dato che occorreranno decenni prima che essi possano espletare appieno tale funzione. Per questo la fondazione Helvetia Patria Jeunesse eroga contributi per finanziare le gite scolastiche in queste preziose aree verdi, durante le quali i ragazzi scoprono non solo la funzione, ma soprattutto l'importanza del bosco di protezione. I moduli per richiedere una sovvenzione sono disponibili su
www.kiknet-helvetia.org/schulreisetipp-schutzwaldexkursion (in tedesco).
Un albero tutto vostro a soli 10 franchiChi desidera contribuire al rinfoltimento del bosco di protezione può acquistare presso l'Helvetia un passaporto dell'albero per la modica cifra di10 franchi. Per ogni passaporto viene piantato un nuovo albero in una delle aree previste all'interno di una determinata particella. Maggiori informazioni sull'argomento e sull'impegno dell'Helvetia a favore dei boschi di protezione sono disponibili online su
www.helvetia.com/bosco-di-protezione.
Foto leggenda:
Foto 1: La messa a dimora dei primi alberi per il bosco di protezione di Veysonnaz:
Christian Pernstich (ingegnere forestale VS),
Pius Kläger (
ingegnere forestale UR), Jean-René Fournier (membro del Consiglio degli Stati e del Consiglio di amministrazione dell'Helvetia), Dario Cologna (campione di sci di fondo e ambasciatore del bosco di protezione dell'Helvetia), Lizan Kuster (ambasciatore del bosco di protezione dell'Helvetia), Jacques Melly (consigliere di Stato del Vallese e capo del Dipartimento addetto alla mobilità, alla tutela del territorio e dell'ambiente), Jean-Maurice Favre (agente generale dell'Helvetia Vallese Centrale) e Reto Keller (responsabile Previdenza privata Svizzera e membro della Direzione del Gruppo Helvetia). Foto 2:
Consegna dell'assegno da parte dell'Helvetia al Cantone del Vallese per la piantumazione di 10 000 alberi:
Jean-René Fournier (membro del Consiglio degli Stati e del Consiglio di amministrazione dell'Helvetia), Jacques Melly (consigliere di Stato del Vallese e capo del Dipartimento addetto alla mobilità, alla tutela del territorio e dell'ambiente), Jean-Maurice Favre (agente generale dell'Helvetia Vallese Centrale) e Reto Keller (responsabile Previdenza privata Svizzera e membro della Direzione del Gruppo Helvetia). Foto 3:
Lizan Kuster e Dario Cologna con i guardaboschi e i boscaioli.