23 maggio 2018, Autore: D.A.S.
Lara, titolare di un ristorante-pizzeria, riceve una richiesta danni da parte di una cliente che lamenta una caduta nel vialetto del giardino esterno, a suo dire sconnesso e poco illuminato. A causa della frattura riportata a un piede, delle spese mediche e dei tempi di guarigione, la cliente chiede una somma di circa 8.000 euro, importo che l’assicurazione per danni a terzi del locale non è disposta a riconoscere.
Lara si rivolge così a DAS per la difesa dei suoi interessi.
I legali della Compagnia, a seguito delle testimonianze di alcuni dipendenti e visionate le fotografie dello stato dei luoghi, rispondono alla cliente spiegando che quanto accaduto non può ritenersi addebitabile al locale, ma semplicemente a sua disattenzione, come verificato con una propria istruttoria anche dall’assicurazione per danni a terzi del ristorante.
Nonostante le spiegazioni ricevute, la cliente procede comunque citando in giudizio il ristorante assicurato con DAS, ritenendolo responsabile dell’accaduto.
Le sue motivazioni si basano sull’art. 2051 c.c., secondo cui “ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito [1218, 1256, 2052]".
Il custode (in questo caso Lara) deve cioè garantire che "la cosa"(in questo caso il giardino del locale) per il suo stato di costituzione, di manutenzione, e simili non arrechi danno.
Durante lo svolgimento del giudizio, visto l'invito del giudice alle parti a cercare una conciliazione, Lara, anche se convinta delle proprie ragioni e con diversi elementi a favore, decide comunque con il legale della Compagnia di velocizzare la soluzione, offrendo alla cliente il rimborso delle sole spese mediche e di riabilitazione documentate, pari a circa 600 euro.
Considerando i tempi del giudizio e il possibile rischio, la cliente danneggiata accetta così l’offerta di Lara, ponendo termine alla causa.
In tutto questo va considerato che - secondo la media dei parametri vigenti - una situazione come quella descritta avrebbe potuto comportare a Lara spese legali tra 4.000 e 5.000 euro (al netto degli accessori di legge), importi di cui però l’assicurata DAS, grazie alla sua polizza di tutela legale, non ha dovuto farsi carico.
D.A.S. è partner commerciale di Helvetia Assicurazioni S.p.A.