Tutela legale

Palestra: infortunio in agguato

Un esercizio svolto male, una caduta, un infortunio alla spalla: il titolare di una palestra deve affrontare la richiesta di risarcimento da parte di una cliente poco allenata e imprudente. Grazie all’assistenza legale dei consulenti DAS la questione è risolta però senza nessuna difficoltà.

06 settembre 2018, Autore: D.A.S.

Alberto, titolare e istruttore di una palestra in località turistica al mare, si rivolge alla Compagnia lamentando di essere stato minacciato di azioni di risarcimento danni da parte di una cliente in vacanza, vittima di un infortunio nella sua struttura sportiva.

L’assicurato racconta ai consulenti legali di DAS che la signora, poco allenata, ha eseguito in modo errato una serie di esercizi che lui stesso stava proponendo ai frequentatori del centro più esperti e agli allievi di un corso specifico, cui la stessa non era però iscritta.

Così facendo, la signora è purtroppo caduta lussandosi una spalla.

Le pretese della signora per il rimborso delle spese mediche sostenute, unite alla richiesta di danno non patrimoniale per l’invalidità permanente riportata, ammontano a circa 6.000 euro; oltre a ciò, la cliente è intenzionata anche a sporgere querela per lesioni personali.

I legali di DAS innanzitutto verificano il questionario e la scheda preparata per la cliente, esaminano il certificato medico consegnato alla palestra, e richiedono infine le dichiarazioni degli altri collaboratori del centro.

Al termine dell’analisi, gli elementi raccolti dimostrano la diligenza nell'esecuzione dell'incarico di preparatore da parte di Alberto, sia in termini di valutazione delle capacità della cliente, sia di insegnamento degli esercizi da svolgere.

I titolari e gli istruttori della palestra sono tenuti, rispettivamente, a garantire l'idoneità della struttura e a vigilare circa lo svolgimento delle attività in piena sicurezza per i clienti; ovvero sono esenti da responsabilità se dimostrano di aver predisposto e attuato, all'interno del centro sportivo, ogni idonea misura di prevenzione degli infortuni e/o di avere sconsigliato un esercizio che avrebbe potuto (come accaduto in questo caso) causare un infortunio.

I consulenti della Compagnia procedono quindi a contestare formalmente le pretese dell'infortunata, in quanto Alberto non può essere ritenuto responsabile per il comportamento imprevedibile (e imprudente) della cliente, contrario alle istruzioni ricevute.

La vicenda di Alberto è un ulteriore esempio di come, nell'esercizio della propria attività, spesso capitano inconvenienti banali ma che possono aprire la strada a richieste di risarcimenti, responsabilità penali e spese legali da affrontare: una serie di importanti conseguenze negative che, grazie alla polizza di tutela legale DAS, possono invece essere scongiurate e risolte con un'assistenza rapida e professionale.

 

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