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  • Tassonomia UE e rischio climatico: un nuovo paradigma per le assicurazioni

    17.07.2025 | Redazione interna | Photo by Viktor on Adobe Stock
    La tassonomia è una classificazione comune a livello UE delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale. È concepita come uno strumento per guidare le scelte di investitori e imprese in vista della transizione verso una crescita economica priva di impatti negativi sull’ambiente e, in particolare, sul clima.
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Tassonomia UE e rischio climatico: un nuovo paradigma per le assicurazioni

17.07.2025 | Redazione interna | Photo by Viktor on Adobe Stock
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La tassonomia è una classificazione comune a livello UE delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale. È concepita come uno strumento per guidare le scelte di investitori e imprese in vista della transizione verso una crescita economica priva di impatti negativi sull’ambiente e, in particolare, sul clima.
Scopri di più all'interno della nostra sezione Sostenibilità

Le attività economiche sono selezionate in base alla possibilità di contribuire a sei obiettivi ambientali identificati dalla Commissione Europea:

  1. mitigazione del cambiamento climatico;
  2. adattamento al cambiamento climatico;
  3. uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
  4. transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
  5. prevenzione e controllo dell’inquinamento;
  6. protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.

Per essere eco-compatibile, un’attività deve soddisfare quattro criteri:

  1. contribuire positivamente ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali;
  2. non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo;
  3. essere svolta nel rispetto di garanzie sociali minime;
  4. rispettare i criteri tecnici identificati da atti delegati adottati dalla stessa Commissione Europea.


La tassanomia e le assicurazioni.


L'industria assicurativa può contribuire attivamente  alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento ai cambiamenti climatici in più modi; limitandoci al core business delle Compagnie (non considerando, quindi, le attività poste in essere da queste ultime per ridurre la propria impronta carbonica derivante dalla loro operatività):

  1. con riferimento all'obiettivo di mitigazione, orientando gli impieghi delle risorse ottenute dalle polizze Vita "di risparmio / investimento" verso titoli (azioni e obbligazioni di aziende terze) scelti in base a parametri ambientali, sociali e di governance. Sono prodotti di investimento assicurativo creati appositamente per associare un rendimento finanziario a valori in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite;
  2. per quanto riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici, promuovendo una politica sottoscrittiva che favorisca a vario titolo le aziende che operano nei settori che contribuiscono alla stabilizzazione delle concentrazioni di gas effetto serra nell’atmosfera o, meglio ancora, alla creazione di infrastrutture necessarie per la decarbonizzazione dei sistemi energetici o alla produzione di combustibili puliti ed efficienti da fonti rinnovabili o neutre in carbonio.


In questo secondo scenario, le assicurazioni possono svolgere un ruolo chiave, da un lato, attraverso l’analisi dei rischi ESG cui sono esposte le imprese e, dall’altro, implementando attività istituzionali orientate alla promozione della transizione energetica.

Le Compagnie possono infatti:

  • fornire nuovi servizi per favorire la prevenzione dei rischi da parte dei clienti, come ad esempio il sistema di allerta meteo, sviluppato sulla base di un modello predittivo in grado di avvertire in anticipo i clienti circa il rischio di forti grandinate;
  • incentivare i loro clienti a introdurre pratiche sostenibili, offrendo sconti o agevolazioni sulle polizze per coloro che adottano misure di mitigazione dei rischi ambientali;
  • identificare l’esposizione di un’impresa al cambiamento climatico e incorporarla nella analisi di valutazione dei rischi, eventi meteorologici estremi, inondazioni, frane, incendi, etc., e procedere con l’adeguamento delle tariffe e delle coperture in base a queste valutazioni;
  • sviluppare prodotti per il settore delle energie rinnovabili e delle tecnologie a basso impatto ambientale. Queste soluzioni possono coprire quindi rischi legati all’efficienza energetica, ai progetti di energia solare ed eolica e alle infrastrutture sostenibili;
  • contribuire attivamente al dibattito pubblico e sostenere politiche governative a favore della tutela ambientale e la transizione energetica;
  • promuovere l’aumento della mobilità leggera o climaticamente neutra (che non utilizza combustibili fossili), proponendo soluzioni assicurative che coprano le diverse esigenze degli utilizzatori di questi mezzi (Responsabilità civile, Infortuni, Assistenza, …).


L'impegno del settore assicurativo per l'adattamento ai cambiamenti climatici deve essere visto anche sotto l'aspetto delle coperture contro gli eventi atmosferici più severi che il cambiamento climatico in corso sta causando, sia in termini di frequenza che di magnitudo.

Ci riferiamo in particolare al tema delle polizze contro gli eventi calamitosi, che sono state oggetto di intenso dibattito anche a livello politico e che hanno portato allo sviluppo di uno schema assicurativo cui le Compagnie, tra cui Helvetia, hanno aderito predisponendo prodotti assicurativi che hanno una logica comune: alle garanzie obbligatorie previste dalla normativa (danni da terremoto, inondazione e frana a Fabbricati, Terreni, Impianti e macchinari, Attrezzature industriali e commerciali) hanno aggiunto beni facoltativi (quali le merci), eventi non espressamente previsti dalla Legge (quale l'allagamento) o danni consequenziali o indiretti, espressamente esclusi dalla Legge, quali spese di demolizione e sgombero dei residui del sinistro, indennizzo per business interruption e così via. Ricordiamo, al riguardo, che per questa assicurazione vige l'obbligo di assicurazione per le imprese clienti e l'obbligo a contrarre per le Compagnie di assicurazione.

Sono altresì in fase di studio più o meno avanzato altre possibili coperture assicurative, anche non di tipo "tradizionale", quali le c.d. "polizze parametriche". L’aumento di fenomeni meteorologici estremi, in particolare gli uragani, sta spingendo aziende e pubbliche amministrazioni verso l’adozione di questo tipo di coperture – ancora poco presenti in Italia – che costituiscono uno strumento assicurativo sempre più richiesto per la sua capacità di rispondere rapidamente a questo tipo di eventi senza attendere la perizia dei danni materiali.

In una intervista fatta recentemente all'Expert Structurer di Swiss Re Corporate Solutions è emerso che “Sempre più soggetti stanno realizzando di avere esposizioni non coperte dai programmi assicurativi tradizionali”, citando l’esempio del settore alberghiero nell'area caraibica dopo il passaggio di grandi uragani: “Molte strutture erano integre, ma la domanda turistica è crollata: è qui che il parametrico può intervenire”. In questi casi l'assicurazione tradizionale non è la risposta giusta, dal momento che sono presenti quasi solo danni indiretti (business interruption) senza danni fisici ai beni dell'Assicurato.
 


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