Le attività economiche sono selezionate in base alla possibilità di contribuire a sei obiettivi ambientali identificati dalla Commissione Europea:
Per essere eco-compatibile, un’attività deve soddisfare quattro criteri:
L'industria assicurativa può contribuire attivamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento ai cambiamenti climatici in più modi; limitandoci al core business delle Compagnie (non considerando, quindi, le attività poste in essere da queste ultime per ridurre la propria impronta carbonica derivante dalla loro operatività):
In questo secondo scenario, le assicurazioni possono svolgere un ruolo chiave, da un lato, attraverso l’analisi dei rischi ESG cui sono esposte le imprese e, dall’altro, implementando attività istituzionali orientate alla promozione della transizione energetica.
Le Compagnie possono infatti:
L'impegno del settore assicurativo per l'adattamento ai cambiamenti climatici deve essere visto anche sotto l'aspetto delle coperture contro gli eventi atmosferici più severi che il cambiamento climatico in corso sta causando, sia in termini di frequenza che di magnitudo.
Ci riferiamo in particolare al tema delle polizze contro gli eventi calamitosi, che sono state oggetto di intenso dibattito anche a livello politico e che hanno portato allo sviluppo di uno schema assicurativo cui le Compagnie, tra cui Helvetia, hanno aderito predisponendo prodotti assicurativi che hanno una logica comune: alle garanzie obbligatorie previste dalla normativa (danni da terremoto, inondazione e frana a Fabbricati, Terreni, Impianti e macchinari, Attrezzature industriali e commerciali) hanno aggiunto beni facoltativi (quali le merci), eventi non espressamente previsti dalla Legge (quale l'allagamento) o danni consequenziali o indiretti, espressamente esclusi dalla Legge, quali spese di demolizione e sgombero dei residui del sinistro, indennizzo per business interruption e così via. Ricordiamo, al riguardo, che per questa assicurazione vige l'obbligo di assicurazione per le imprese clienti e l'obbligo a contrarre per le Compagnie di assicurazione.
Sono altresì in fase di studio più o meno avanzato altre possibili coperture assicurative, anche non di tipo "tradizionale", quali le c.d. "polizze parametriche". L’aumento di fenomeni meteorologici estremi, in particolare gli uragani, sta spingendo aziende e pubbliche amministrazioni verso l’adozione di questo tipo di coperture – ancora poco presenti in Italia – che costituiscono uno strumento assicurativo sempre più richiesto per la sua capacità di rispondere rapidamente a questo tipo di eventi senza attendere la perizia dei danni materiali.
In una intervista fatta recentemente all'Expert Structurer di Swiss Re Corporate Solutions è emerso che “Sempre più soggetti stanno realizzando di avere esposizioni non coperte dai programmi assicurativi tradizionali”, citando l’esempio del settore alberghiero nell'area caraibica dopo il passaggio di grandi uragani: “Molte strutture erano integre, ma la domanda turistica è crollata: è qui che il parametrico può intervenire”. In questi casi l'assicurazione tradizionale non è la risposta giusta, dal momento che sono presenti quasi solo danni indiretti (business interruption) senza danni fisici ai beni dell'Assicurato.