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  • Donne e previdenza: urge una riforma

    04.07.2022 | Philipp Gmür, CEO Helvetia Gruppo
    I cambiamenti demografici costituiscono un notevole rischio per i sistemi di previdenza per la vecchiaia in Europa. Perciò affrontare la questione è impellente e inevitabile in Svizzera, in particolare per le giovani donne.
toprisk-altersvorsorge-it

Donne e previdenza: urge una riforma

04.07.2022 | Philipp Gmür, CEO Helvetia Gruppo
toprisk-altersvorsorge-it
I cambiamenti demografici costituiscono un notevole rischio per i sistemi di previdenza per la vecchiaia in Europa. Perciò affrontare la questione è impellente e inevitabile in Svizzera, in particolare per le giovani donne.

Con la pandemia da coronavirus e lo scoppio della terribile guerra in Ucraina, negli ultimi due anni un altro argomento significativo è passato in secondo piano, pur restando per tutti noi una questione d’importanza cruciale: la situazione pensionistica sempre più precaria in Svizzera e la necessità di una riforma sempre più impellente. Con l’imminente referendum sull’«AVS 21» previsto per il 25 settembre 2022, questo tema tornerà ad essere di scottante attualità.

La necessità d’intervento nel frattempo non è diminuita. Ora alcuni penseranno che le performance di borsa degli scorsi due, tre anni hanno fruttato notevoli rendimenti alle casse pensione e dell’AVS. E le rendite vengono tuttora versate regolarmente e per intero.

Ma l’apparenza inganna. Dal 2025, stando ai più recenti calcoli dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, i conti dell’AVS andranno in rosso e sarà necessario attingere alle riserve dei fondi di compensazione. Persino la riforma pianificata potrà garantire una «boccata d’aria» per soli quattro anni.1

La gravità della situazione riguarda in particolare il secondo pilastro. Stando ai calcoli della Commissione di alta vigilanza sulla previdenza professionale (CAV PP), tra il 2014 e il 2021, ben 45,3 miliardi di franchi sono stati ridistribuiti dagli assicurati attivi ai beneficiari di rendita.2

In tal modo finanziamo la nostra previdenza indebitandoci sempre più spesso con le generazioni future. E fintanto che non cambieremo rotta, molto altri passi verso il cambiamento saranno impossibili da intraprendere. In questa sede non intendo esprimermi a favore di un qualche modello di riforma in particolare. Vorrei tuttavia far riflettere sul fatto che sono soprattutto le donne, in particolare le più giovani, a pagare lo scotto di questa situazione. Di primo acchito potrebbe ora sembrare assurdo, ma, con l’aumento dell’età pensionabile AVS, dovrebbero essere proprio loro ha fornire il maggior contributo per compiere il primo passo verso la riforma. Proprio così, e sono d’accordo con tutti coloro che obbiettano che sono sempre ancora le donne a portare il carico maggiore in una famiglia e che la sin troppo grande differenza salariale sarebbe da ricondurre alla disparità di genere. Eppure, questi svantaggi non vengono eliminati impedendo la riforma.

È proprio in gioventù che, costituendo una famiglia e dedicandosi a un lavoro a tempo parziale, le donne registrano le maggiori lacune previdenziali che gravano pesantemente soprattutto sul secondo pilastro. Col passare degli anni diventa sempre più difficile colmarle, tanto da far risultare l’ammontare delle loro rendite pensionistiche pari alla metà di quelle percepite dagli uomini.

Con altre riforme queste disparità potrebbero definitivamente essere colmate. Le donne, in particolare quelle divorziate, potrebbero ad esempio beneficiare al meglio di un abbassamento della soglia di ingresso nella previdenza professionale. D’altro canto l’abbassamento dell’aliquota di conversione, anche per le donne urgentemente necessaria, comporterebbe per loro il male minore.

E tra l’altro anche detto che l’aumento dell’età di pensionamento implicherebbe per la stessa categoria notevoli vantaggi. Inoltre, prolungando l’attività lucrativa, sarebbe possibile colmare eventuali lacune pensionistiche del primo pilastro, createsi in passato. Pertanto bisogna ora avere il coraggio di compiere il primo passo della riforma delle pensioni e non posticiparlo nuovamente a data da destinarsi.

1 Prospettive finanziarie dell’AVS al 2032 (Ufficio federale delle assicurazioni sociali, 25 maggio 2022)
2 Rapport sur la situation financière des institutions de prévoyance 2021, Pag. 41e segg. (Commissione di alta vigilanza sulla previdenza professionale (CAV PP) BV, 17 maggio 2022)