12 settembre 2017, Testo: Giulia Benvenuto
Fin da piccolo ho sempre amato la neve, ricordo come aspettavo con ansia i primi fiocchi invernali per potermi divertire con la slitta. Poi all'età di due anni ho ricevuto per Natale il mio primo paio di sci, da allora non gli ho più tolti, ed il mio gioco è diventato ora il mio
lavoro. Una storia bellissima.
I miei genitori sono stati fondamentali nel corso della mia crescita agonistica, hanno semplicemente fatto quello che andrebbe fatto con un ragazzino, lasciarlo crescere e divertirsi senza riporre troppe pressioni. Non hanno mai aperto bocca quando una gara andava storta, dicevano sempre che loro erano felici di vedermi sciare e che di gare ce ne sarebbero state altre mille. Entrambi non hanno nulla a che fare con lo sci alpino, mio padre era appassionato di mountain bike e sci alpinismo, di professione odontotecnico e contadino, mia madre scia ad un livello turistico e di lavoro fa la bidella. Ogni cosa succedesse per noi era una novità e mai ci saremmo aspettati di arrivare fino alla coppa del mondo. Pazzesco!
Ho sempre avuto il pallino per i motori, mi piaceva smontare e rimontare la mia vespa e quando ho compiuto i diciotto anni mi sono regalato una moto da cross. Dal 2008 ho iniziato a praticare questo bellissimo sport, difficile sia dal punto di vista fisico, così come anche mentale. Purtroppo non ho molto tempo per praticarlo, la mia stagione sulle due ruote inizia quando terminano le ultime gare e si esaurisce purtroppo già a metà agosto, data nella quale puntualmente ci rechiamo in sud America per un blocco di allenamento sugli sci. Comunque in primavera-estate cerco di praticarlo almeno due volte a settimana, mi diverto molto e lo uso anche come allenamento cardiovascolare.
Molti ragazzini mi chiedono spesso cosa fare durante l'età giovanile, la mia risposta è sempre la stessa: divertirsi e basta. Vedo troppi bambini spinti da genitori che pretendono troppo, costretti a ritiri estivi con sveglia all'alba, pensando solo ad ottenere risultati e
vittorie invece che imparare bene a sciare e divertirsi. Lo sport è un gioco, ed a maggior ragione lo deve essere per i ragazzini.
Partecipare ai Giochi Olimpici è il sogno di ogni atleta, confrontarsi con i migliori nella rassegna più importante. La mia prima Olimpiade è stata quella di Sochi nel 2014, un ricordo che porterò con me per sempre. L'atmosfera è completamente diversa dalle gare di Coppa del Mondo, il villaggio olimpico, incontrare atleti di altre discipline, moltissime competizioni da seguire e tifare ogni giorno, rendono tutto magnifico.
Normalmente finisco di sciare ad aprile inoltrato, poi seguono almeno due o tre settimane di assoluto riposo, nelle quali cerco di andare in vacanza o almeno di staccare la spina dall'ambiente neve. La preparazione alla stagione invernale si divide in due, la prima parte in primavera/estate è dedicata all'allenamento a secco, moltissime ore passate in palestra così come molto tempo dedicato all'aspetto aerobico. Mentre nella seconda parte, che inizia verso fine estate e prosegue durante le gare, trascorro molte giornate sugli sci, con un blocco di un mese in sud America e poi 4/5 giorni a settimana sui ghiacciai europei.
In estate svolgo quasi sempre due sessioni di allenamento, una alla mattina e una al pomeriggio, durante questo periodo mi alleno dalle 4 alle 6 ore al giorno. Di norma la sveglia suona verso le 8.30, segue un'abbondante colazione e il primo training inizia verso le ore 10. Verso le 13 pranzo e successivamente svolgo le mie faccende di ufficio. Il secondo turno inizia verso le ore 16, mentre per la cena non ho un orario fisso, mi diverto con il bricolage ed a volte vado un po' lungo con i tempi, ma generalmente verso le 20 e le 21. Quando sono a sciare la sveglia suona molto prima, sono sugli sci tutta la mattina ed al pomeriggio svolgo un piccolo richiamo atletico, seguito dall'analisi video e materiali.
Questa è una bella domanda, penso che entrambi siamo più agitati quando corre l'altro. Personalmente sento molto la tensione quando Michelle sta per partire e quando è in pista, mentre durante le mie gare sono un tipo tranquillo, non mi agito molto e riesco a godermi il momento.
Non sono un tipo scaramantico, però porto sempre con me un piccolo gufo che mi ha regalato Michelle, non è un vero portafortuna ma più un ricordo di lei anche quando non ci vediamo per settimane.
Il mio sogno è quello di vincere una gara di Coppa del Mondo, sarebbe bellissimo farlo in Alta Badia davanti al pubblico di casa.
Il mio obbiettivo è quello di continuare a migliorarmi, ottenere un podio in Coppa del Mondo e finire la stagione tra i primi sette atleti al mondo. Poi chissà, ci sono le olimpiadi, sognare non costa nulla...
Grazie, crepi il lupo, sarà un piacere, oltre che un onore, rappresentare questa grande Compagnia in giro per il mondo.