Previdenza complementare
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Previdenza complementare: i Fondi Pensione Aperti

Continua il nostro approfondimento intorno al tema della previdenza complementare. Oggi parliamo di FPA, i Fondi Pensione Aperti.

11 gennaio 2018, Autore: Sergio Viola  

Come abbiamo recentemente sottolineato all’interno del nostro blog, in Italia la previdenza complementare è ancora poco sviluppata perché nei cittadini c’è poca consapevolezza riguardo la propria posizione pensionistica e scarsa conoscenza di ciò che offre il mercato. Per questo oggi torniamo sull’argomento, fornendo ulteriori informazioni sulle forme previdenziali che consentono a chi mette da parte un po’ di risparmi nel tempo di ricevere una pensione integrativa rispetto a quella che percepirà dall’INPS una volta maturati i requisiti pensionistici.

I FONDI PENSIONE APERTI

Sappiamo che esistono tre strade percorribili per avere in futuro una rendita aggiuntiva: i Piani Individuali Pensionistici (PIP), i Fondi Pensione Aperti (FPA) e i Fondi Pensione Negoziali. Dopo avere approfondito il tema dei PIP, illustriamo meglio cosa sono e come operano i Fondi Pensione Aperti.

Si tratta di fondi d’investimento specializzati per la previdenza complementare dedicati sia alle adesioni individuali che a quelle collettive. Questi fondi sono gestiti - oltre che dalle compagnie di assicurazione - da banche, società di gestione del risparmio, società d’intermediazione mobiliare e possono ricevere il contributo del lavoratore e il TFR (se si tratta di dipendenti), nonché il contributo del datore di lavoro definito nell’accordo collettivo, anche aziendale.

Tali emolumenti sono poi raccolti e investiti nelle linee d’investimento previste dal fondo, che producono rendimenti variabili in funzione dell’andamento dei mercati e delle scelte di gestione. Ovviamente, è possibile scegliere tra le più prudenti - che in un orizzonte pluriennale possono anche garantire un rendimento minimo - e le più rischiose, che possono essere combinate in funzione della durata dell’adesione o dell’età dell’iscritto.

Le caratteristiche delle linee d’investimento sono descritte dettagliatamente sia nella documentazione informativa precontrattuale che viene consegnata obbligatoriamente insieme al modulo di adesione  (scheda dei costi, Sezione I della Nota informativa, documento "La mia pensione complementare – versione standardizzata) sia in quella a consegna facoltativa (Regolamento FPA e Nota Informativa completa). Tutta la documentazione è, in ogni caso, sempre disponibile anche sui siti dei soggetti gestori del fondo. Inoltre, l’aderente ha la possibilità di verificare la situazione della propria posizione previdenziale controllando la comunicazione periodica annuale che gli viene trasmessa ogni anno dal gestore del fondo (entro il 31/03 di ogni anno) ovvero collegandosi online tramite apposito link dedicato agli aderenti, accesso che gli consente anche di effettuare simulazioni sulle prestazioni e sulla rendita attesa al momento del pensionamento producendo il documento "la mia pensione complementare - versione personalizzata).

GARANZIE E VANTAGGI FISCALI

Le risorse dei Fondi Pensione Aperti, come quelle delle altre forme pensionistiche complementari, costituiscono patrimonio autonomo e separato e la legge riconosce ad esse importanti tutele e forme di controllo, a beneficio della protezione e della sicurezza del risparmio accantonato dagli iscritti. In particolare, nel caso di gestione del fondo da parte di un’impresa di assicurazione, è prevista la figura del Responsabile - che risponde all’Autorità di vigilanza - e, a certe condizioni, di un Organismo di sorveglianza.

Sul fronte fiscale, va sottolineato che il contributo dell’aderente e quello del datore di lavoro sono deducibili dal reddito dichiarato dall’iscritto, fino ad un importo massimo di 5.164,57 Euro. In caso di adesione collettiva, la legge prevede importanti vantaggi anche per le aziende: infatti, è prevista una deducibilità dal reddito d’impresa del TFR destinato alla previdenza complementare dal 3% al 4%, oppure al 6% per le imprese con meno di 50 addetti. In secondo luogo, è previsto l’esonero dal versamento del contributo al fondo di garanzia del TFR pari allo 0,20% dell’importo destinato a previdenza complementare. Infine, per le aziende c’è anche la riduzione dei cosiddetti “oneri impropri”, ossia i contributi sociali dovuti alle gestioni temporanee INPS, proporzionalmente al TFR versato a previdenza complementare.

 

 

 

 

 


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