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Corporate responsibility

CSR – Un ufficio senza carta

L’obiettivo di utilizzare sempre meno carta nei luoghi di lavoro, grazie alla crescente digitalizzazione, si scontra spesso con una mentalità ancora troppo legata ai formati tradizionali. Un reale passo in avanti verso la “dematerializzazione” potrà essere fatto solo con l’impegno e la sensibilità delle aziende nel promuovere una gestione documentale realmente “paperless”.

31 maggio 2018, Autore: Giulia Benvenuto  

Nel 1980 l’Economist pubblicò una relazione, intitolata “Towards the paperless”, in cui si prevedeva che l’avvento dei computer e del digitale avrebbe portato le aziende a migliorare la produttività riducendo progressivamente il consumo di carta, fino a eliminarla completamente. In realtà le cose sono andate diversamente, e ora che il tempo dei fax è finito da un pezzo, lo spreco cartaceo negli uffici non è certo diminuito, anzi.
Nell’ultimo trentennio il consumo è addirittura aumentato del 50%, con una produzione annua di circa 400 milioni di tonnellate, il 30% delle quali impiegate per stampa e scrittura.
Per dare un riferimento visivo, è come se in media ciascuno di noi distruggesse ogni anno 6 alberi di 12 metri. I Paesi meno virtuosi da questo lato sono Cina, Stati Uniti, Giappone e Germania, con il consumo pro capite più elevato, ma anche noi italiani non siamo da meno, con circa 200 kg di carta a testa utilizzati ogni anno: 80 risme di fogli A4.

Perché è difficile rinunciare alla carta?

A cosa è dovuto tanto spreco? Le ragioni sono molteplici: dal boom dell’e-commerce, con grandi quantità di confezioni in cartone, all’aumento a livello mondiale di esigenze burocratiche e di archivio. Il Belgio ad esempio risulta tra i massimi consumatori europei di carta, a causa della necessità di Bruxelles di stampare documenti in lingue diverse per l’UE.
Paradossalmente, sono i Paesi più informatizzati a registrare i maggiori consumi di carta, vuoi per negligenza e superficialità, vuoi per un’inconscia diffidenza nei confronti dell’immaterialità di un documento digitale.
Lasciando da parte i problemi di deforestazione e inquinamento, tutto ciò è ancora più illogico in ottica business, se si pensa all’inefficienza di un processo che preveda la produzione di enormi masse cartacee, con conseguenti costi di stampa e archiviazione o smaltimento, per non parlare della sicurezza messa a rischio dalla circolazione “fisica” di informazioni riservate.
Helvetia è invece all’avanguardia su questo fronte, impegnata da tempo nella promozione a ogni livello una gestione documentale “dematerializzata”, che sta portando a ottimi risultati complessivi, garantendo una sensibile riduzione dell’impiego annuale di carta negli uffici della Compagnia.

Un approccio diverso

In definitiva, quello di cui c’è oggi bisogno per arrivare a concretizzare lo scenario di uffici senza carta, ipotizzato nell’80 dall’Economist, è un radicale cambio di mentalità, che porti a comprendere i reali vantaggi, ambientali ma anche operativi ed economici, dell’affrancamento dal formato cartaceo. E se carta deve essere, almeno che sia di riciclo. La produzione di carta riciclata richiede infatti il 60% in meno di energia e l’80% in meno di acqua rispetto alla produzione di quella con cellulosa vergine, e la natura ringrazia.

Pensiamoci allora prima di stampare quella presentazione in Power Point per leggerla più comodamente… e se proprio non possiamo evitarlo, almeno buttiamola nel cestino giusto.


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