14/02/2019, Autore: Marcello Andreetti
… Nevica fitto da giorni e appena tornerà il bel tempo ci aspetta un paesaggio da sogno. Una spessa coltre bianca ricoprirà ogni cosa, piste da sci comprese, realizzando le condizioni ideali per il nostro più grande divertimento…
Negli ultimi anni lo scenario descritto ci è purtroppo toccato più che altro immaginarlo, a causa di nevicate sempre più avare, almeno sulle Alpi.
Per fortuna, nei tempi di magra i “cannoni” vengono in aiuto degli sciatori (… ma anche dei gestori degli impianti…), permettendo a tutti di salvare la stagione.
Neve artificiale, sicurezza reale
Sciare su neve tecnica - come sarebbe più corretto chiamare la neve artificiale - non è però la stessa cosa che farlo su un manto naturale, soprattutto dal lato sicurezza.
Quando nelle vie di fuga non c’è neve a sufficienza, si può rischiare di finire letteralmente fuori pista e farsi male andando a sbattere contro il terreno o altri ostacoli “nudi”. Questa tipologia di incidenti pare sia in netto aumento, perciò in situazioni simili è meglio evitare le curve “al limite” e tenere la velocità sotto controllo.
Naturalmente è anche importante non farsi trovare impreparati dalle circostanze, ovvero essere consapevoli che, soprattutto in condizioni atipiche, è cruciale avere le “spalle coperte” da una polizza sci che ci garantisca la più ampia tutela possibile.
Helvetia Easy Ski, ad esempio, è l’assicurazione sci perfetta per ogni situazione, permettendoci di scegliere la durata e le coperture che riteniamo più adatte al nostro caso. Dal rimborso delle spese mediche, alla Responsabilità Civile e alla tutela legale, fino all’assistenza e al soccorso in toboga o elicottero, la protezione è davvero a 360°.
Come è fatta la neve artificiale?
Come accennato sopra, l’aggettivo “artificiale” non è corretto, anche se usatissimo: la neve prodotta meccanicamente, perciò detta “tecnica” o “programmata”, è infatti identica a quella naturale, essendo composta esclusivamente da acqua e aria.
La sua creazione avviene attraverso il raffreddamento dell’acqua in apposite torri e la sua successiva nebulizzazione in microscopiche goccioline miscelate ad aria, che “sparate” dai cannoni si trasformano in cristalli nevosi a contatto con la bassa temperatura ambientale.
L’unica differenza tra la neve tecnica e quella che cade dal cielo sta nella compattezza: la prima contiene molta meno aria e arriva a pesare fino a 500 kg per metro cubo, contro i 100 kg per metro cubo di quella naturale. Questa è anche la caratteristica che le permette di mantenersi più a lungo.
Come sciare sulla neve artificiale
La particolare compattezza della neve “sparata”, dovuta anche alla struttura dei suoi cristalli, simili a piccoli granelli, la rende più complicata da gestire sugli sci.
Per chi è in grado di destreggiarsi in qualunque condizione non ci sono problemi, ma per i principianti potrebbe esserci qualche difficoltà di “tenuta”. La sensazione è infatti quella della tipica sciata su neve dura o ghiacciata, e in più non è difficile che si formino vere e proprie “lastre”.
Prima di affrontare piste innevate artificialmente meglio dunque verificare che le lamine siano ben affilate, ma bisogna anche saper utilizzare il giusto approccio tecnico, esercitando con gradualità una pressione non troppo marcata sugli sci, senza accentuare i movimenti.
Poi la posizione. Per “governare” gli sci a nostro piacimento è fondamentale trovare la massima centralità: un’errata distribuzione del peso rende più difficile il pieno controllo in ogni momento. Aiuta in questo mantenere una posizione molto piegata, ma con il busto dritto.
In fase di curva, infine, ci vuole leggerezza e indipendenza di gambe, con entrambi gli sci sempre in appoggio, per esser in grado di gestire eventuali piccole derapate.