22/04/2020
La musica, i libri e i film ci proiettano in mondi paralleli, ci permettono di immedesimarci in avventure immaginarie e nuove scoperte.
Ci permettono di farlo direttamente dalla nostra casa, ormai diventata il luogo centrale per ogni attività in questo periodo di quarantena.
Per questo motivo è fondamentale ricordaci di proteggerla e tutelarla sempre da eventuali imprevisti.
In questo articolo scopriremo quali pellicole scegliere per viaggiare con gli occhi e la fantasia.
Dai film cult che esaltano la partenza come sinonimo di libertà, alle suggestioni che ridimensionano gli spazi della vostra stanza, ma anche quelli interiori.
Ci sono alcuni film di viaggio che restano nell’immaginario, quell’emozione indescrivibile che si ravviva nel rivedere certe scene. Ecco perché guardare di nuovo “I Diari della Motocicletta” di Walter Salles, con Mercedes Moran e Jean-Pierre Noher. Un cult della filmografia di viaggio che tratta le avventure del giovane Ernesto “Che” Guevara, una descrizione ad immagini dei suoi diari di avventura: Latinoamericana (Notas de viaje) e di Un gitano sedentario (Con el Che por America Latina), del compagno di viaggio del "Che", Alberto Granado.
Un viaggio straordinario del 1952, in sella ad una motocicletta e non solo lungo le strade dell’America Latina, quando Ernesto è un giovane studente di medicina. Un percorso di 14.000 chilometri in quattro mesi e mezzo che li porta attraverso le Ande, lungo la costa del Cile, tra gli antipodi del deserto dell'Atacama e dell’Amazzonia, sino a raggiungere il Venezuela.
Un altro grande classico è “Into the wild”, Nelle terre selvagge, di Sean Penn. Questo film è tratto dal libro di Jon Krakauer, “Nelle terre estreme”, e narra la storia vera di Christopher McCandless, un giovane proveniente dallo stato della Virginia Occidentale che dopo gli studi abbandona la famiglia per cominciare un lungo viaggio alla scoperta degli Stati Uniti ma soprattutto di sé stesso. Insofferente alla vita stereotipata, cerca nello “stato di natura” una risposta, sino a raggiungere le terre sconfinate dell'Alaska dove troverà quello che stava cercando, nell’amara consapevolezza che non potrà mai metterlo in pratica e condividerlo con gli altri.
Partiamo per un altro viaggio lungo le strade americane in compagnia di “Thelma & Louise” di Ridley Scott, con Susan Sarandon e Geena Davis. La storia d’amicizia vera e di affinità che le porta ad esplorare nuove prospettive distanti anni luce dalla loro consuetudine. Louise, quarantenne, cameriera insoddisfatta, Thelma, sulla soglia dei trent'anni, è la moglie vessata dal marito. Per evadere dalla routine, le due amiche decidono di trascorrere un week-end in una casa di montagna, partendo a bordo della Ford Thunderbird di Louise senza informare i rispettivi consorti. Un viaggio nato all’insegna di un disperato bisogno di evasione si trasforma in una sequela di imprevisti, compreso un omicidio che trasforma le due donne in fuggiasche verso il Messico. Una storia avvincente che non travalicherà mai il confine di stato per concludersi nel Grand Canyon d’America, nel peggiore dei modi.
Un altro cult è “Easy Rider”, Libertà e paura di Dennis Hopper, con Peter Fonda e Dennis Hopper. Questo è il più famoso road movie del mondo, emblema della libertà e dell’universo hippie di fine anni ‘60. Questo film epico narra l’attraversata degli States in motocicletta, due rombanti chopper, simbolo di una cultura di controtendenza e di libertà, in contrapposizione agli stereotipi americani del tempo.
Se Hollywood si è spesso ispirata al viaggio e all’evasione per affrontare le tematiche di attualità e le problematiche della vita reale senza ricadere negli stereotipi, anche il cinema italiano vanta una pellicola che rimane nella storia.
Si tratta di “Il Sorpasso” di Dino Risi, con Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant.
In una giornata si svolge un viaggio inaspettato, quello della vita che scorre e dei suoi imprevisti.
Un’altra pellicola italiana da non perdere per evadere tra le sabbie del deserto è quella di “Marrakech Express” di Gabriele Salvatores, con Diego Abatantuono e Fabrizio Bentivoglio. Quattro trentenni partono per il Marocco al fine di pagare il riscatto di un amico detenuto per possesso di droga: 30 milioni di lire da consegnare e il prigioniero che non si trova. Cominciano così un’odissea nel Sahara. Una ricerca estenuante e forse inutile tra angosce e panorami mozzafiato.
Un’alternativa alle narrative cinematografiche è il documentario “Il sale della Terra”, un viaggio con Sebastião Salgado, un’evasione senza fine. Questo docufilm con la regia di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado ha la capacità di stimolare la nostra responsabilità sopita nei confronti della Terra adattandola come stile di vita.
Sebastião Salgado è tra i mostri sacri della fotografia, un fotoreporter che ha seguito e testimoniato gli eventi che hanno cambiato la storia nel mondo. In uno dei suoi ultimi progetti si è dedicato alla scoperta dei territori inesplorati e della natura incontaminata realizzando uno straordinario omaggio alla bellezza del nostro pianeta.
La meraviglia che torneremo presto a vivere.