Un Natale dove non sarà consentito muoversi, tanto meno viaggiare, ma se non si può partire fisicamente, possiamo sempre decollare a bordo della nostra fantasia e andare alla scoperta delle tradizioni del Natale, da nord a sud dell’Europa.
Partiamo e voliamo in Lapponia, la patria di Babbo Natale. Le gelide atmosfere polari della notte finlandese contrastano con il calore delle case di legno addobbate a festa che accolgo nel loro tepore, tra profumo di biscotti alla cannella e la luce calda delle decorazioni. Tutti sanno che la Finlandia è strettamente legata al Natale e alle sue usanze ma pochi sanno cosa significa “Hyvää Joulua”. Questa è la frase di rito che si sente nel periodo delle feste, ovvero “Buon Natale” in finlandese. Ancora meno si conosce l’esatta posizione della casa di Joulupukki, di chi stiamo parlando? Di Babbo Natale!
Si narra che la sua abitazione si trovi all’interno della montagna Korvatunturi, a poca distanza dal villaggio di Savukoski. Dove sia l’entrata ancora nessuno l’ha scoperto ma sono in tanti a cercarla tra i boschi innevati del circolo polare artico. Leggende a parte, in Finlandia il Natale è una delle feste più sentite e non mancano le usanze tipiche come la “joulusauna” ovvero la sauna di Natale, da fare rigorosamente il 24 di dicembre, seguita dalla Dichiarazione di Pace del Natale, una tradizione che viene rispettata dal Medioevo e trasmessa ogni vigilia in diretta televisiva dalla città di Turku.
Dalla Lapponia andiamo a Rothemburg ob der Tauber, la città bavarese meglio conosciuta come la città del Natale. Questo centro nel sud della Germania è un autentico gioiello medievale della Romantische Straße, la Strada romantica, uno dei percorsi turistici tedeschi più noti e frequentati durante tutto l’anno. Un percorso di 366 km che parte dal Meno, attraversa la Franconia occidentale, la Svevia, l’Alta Baviera ed arriva a Fussen, sulle Alpi tedesche. Lungo questo bellissimo itinerario è possibile sostare in numerose cittadine che allestiscono i mercatini di Natale, tra i più belli d’Europa: bancarelle di ogni sorta in un’atmosfera ovattata, quasi fiabesca.
Il più antico e caratteristico è proprio quello di Rothemburg. Qui si svolge il Reiterlesmarkt, il “Mercato del cavaliere”, una tradizione che risale al XV secolo e prende il suo nome dal Raiter, un cavaliere gentile che porta i regali ai bambini dopo la fiaccolata del Rothenburger Reiterle.
Oltre alle piccole e grandi opere dell’artigianato locale, anche la tradizione culinaria vuole la sua parte: le Schneeballen, ovvero le “palle di neve”, sono le tipiche leccornie dolciarie della cittadina.
Concludiamo il nostro viaggio immaginario nella nostra bellissima Italia, dove il Natale ha radici profonde.
Arriviamo a Napoli, classica meta della tradizione delle feste italiane, e addentriamoci nel suo cuore: la via dei presepi di San Gregorio Armeno. Questo luogo è simbolo della città e racchiude tutto lo spirito ma soprattutto l’allegria e il brio di questo capoluogo unico al mondo.
Un viaggio alla scoperta del Natale napoletano è un’avventura di innumerevoli esperienze sensoriali ed emozionali, tutte diverse ma con il comune denominatore della spensieratezza delle Feste, quando tutto si colora di un’altra luce.
Via San Gregorio Armeno è una dei pochissimi luoghi al mondo dove gli acquisti natalizi si possono fare tutto l’anno, e i suoi presepi sono un simbolo cristiano, ma allo stesso tempo uno spaccato di vita napoletana in miniatura: riproduzioni affollatissime della natività tra giocatori di carte, cammelli, galline e una miriade di altri personaggi.
Dai presepi napoletani ad una reale rappresentazione in una location d’eccezione, andiamo a Matera.
Nella Capitale della Cultura 2019 nonché città Unesco, il presepe si anima con le persone e scene reali. Nella città dei sassi si inscena la Natività in una cornice unica al mondo, molto più di un palcoscenico: le sue pietre e i suoi abitanti narrano la favola del Natale come instancabili cantastorie.
Quella di Matera è una delle tradizioni più suggestive in tutta Italia e nel mondo, con la partecipazione di 450 figuranti e 3 chilometri di percorso. Una rievocazione che si descrive con un susseguirsi di scene curate con dovizia di particolari, un viaggio nel tempo e nell’immedesimazione che parte dal sagrato della Chiesa di Santa Maria dell’Idris e prosegue lungo il Sasso Caveoso. Un’opera all’aria aperta che vive all’insegna della tradizione.