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  • Protezione giuridica: Videosorveglianza

    19.08.2015 | Claudia Strozzi
    Per motivi di sicurezza la signora H. decide con il padre 87enne di installare delle telecamere in casa. Il personale di assistenza dello Spitex si sente spiato. La videosorveglianza viola i diritti della personalità dei collaboratori? Lo spiegano gli esperti di Coop Protezione giuridica.
CCTV security camera

Protezione giuridica: Videosorveglianza

19.08.2015 | Claudia Strozzi
CCTV security camera
Per motivi di sicurezza la signora H. decide con il padre 87enne di installare delle telecamere in casa. Il personale di assistenza dello Spitex si sente spiato. La videosorveglianza viola i diritti della personalità dei collaboratori? Lo spiegano gli esperti di Coop Protezione giuridica.

La signora H., cliente di Coop Protezione giuridica, si occupa in modo scrupoloso del padre 87enne che è affetto da grave sordità ma vive ancora da solo. Questo non è un problema, dato che il personale dello Spitex gli fa visita una volta alla settimana per occuparsi in particolare dell’igiene personale del padre della signora H.

Una violazione dei diritti della personalità?

Ora la signora H. ha installato delle telecamere nell’abitazione del padre per poter seguire tramite smartphone la sua situazione. Poter dare di tanto in tanto uno sguardo alla trasmissione video le dà sicurezza. Anche il padre è d’accordo con lei: sa che in questo modo riceverà un’assistenza immediata sul posto in caso di emergenza. Al momento di installare le telecamere la signora H. non ha tenuto conto del personale di assistenza dello Spitex, anche se avrebbe dovuto immaginare che potevano sorgere dei problemi.

Dopo che il personale di assistenza ha scoperto la presenza delle telecamere, lo Spitex si è rivolto alla signora H. segnalando che i collaboratori percepivano le telecamere come un inutile controllo e un segno della sua mancanza di fiducia. In più ritenevano che le riprese violassero i propri diritti della personalità. La signora H. ha risposto allo Spitex che non le interessa certo spiare il personale di assistenza, di cui naturalmente si fida, ma piuttosto avere la sicurezza di poter vedere il padre almeno in video, non riuscendo a fargli visita tutti i giorni.

Prevale l’interesse privato connesso alla sicurezza

Dagli accertamenti giuridici di Coop Protezione giuridica è emerso che le riprese video nell’abitazione del padre sono conformi alla legge: la telecamera riprende essenzialmente il padre in ambito privato e riservato con il suo consenso scritto. L’obiettivo è esclusivamente quello di garantire la sicurezza e non di controllare l’attività dello Spitex. Non viene salvata alcuna immagine e il video può essere guardato solo dal vivo tramite un’app. Non si tratta quindi di una sorveglianza permanente. Inoltre solo alcune stanze sono dotate di telecamera di sorveglianza. Per esempio il bagno, dove lo Spitax esegue la maggior parte delle sue mansioni, non ne è provvisto.

L’impiego della videosorveglianza rappresenta un blando strumento di tutela per garantire la sicurezza del padre. Tale misura di sorveglianza è essenzialmente giustificata dall’interesse privato prevalente del padre connesso alla sua sicurezza personale. Di comune accordo con lo Spitex la signora H. ha deciso comunque di disattivare le telecamere durante le visite del personale di assistenza, dato che in queste ore la sorveglianza del padre è garantita dalla presenza dei collaboratori e quindi viene a mancare lo scopo stesso della videosorveglianza.

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